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Lo Zar non è morto | Grande romanzo di avventure | |
«Che avrei dovuto fare, quando mi sono ritrovato vicino,
in mio potere, l’uomo che per noi rappresenta un pericolo finché vive, da poi che quegli altri hanno saputo della sua esistenza? È logico: sopprimerlo. Sopprimerlo subito.
Cancellare così di colpo quest’arma degli avversari.
Sarebbe stato così facile.
Ma il mistero, l’assurdo, l’inspiegabile mi paralizzano.
Quel mio compagno di viaggio era uno spettro vivo,
un morto che aveva lasciato nella sua tomba
la parola ed i ricordi, ma n’era uscito fuori
con tutto il resto della persona.» Lo «Zar non è morto» è uno dei libri più
misteriosi del Novecento. Pubblicato nel
1929, gratificato a suo tempo da un
istantaneo e formidabile successo, è oggi
completamente sparito dalla memoria,
letteraria e non. Eppure si tratta di un
libro sorprendente: un romanzo di
«fantapolitica del presente» scritto in
collaborazione da dieci tra i più celebri
scrittori dell’epoca, basato sull’idea che
nel 1931, in Cina, appaia all’improvviso
un uomo che assomiglia in tutto e per
tutto allo Zar Nicola II.
È un sosia manovrato da oscuri poteri?
È un usurpatore che cerca chissà quale
profitto personale? È un mitomane
aiutato da una prodigiosa rassomiglianza?
Oppure è il vero e
autentico Zar, misteriosamente
scampato – come alcune voci sussurrano
– all’eccidio di Ekaterinburg?
Sia come sia, l’esistenza in vita di
quest’uomo rappresenta un enorme
pericolo per l’ancora giovane regime
sovietico, nonché una enorme
opportunità, per le altre potenze
dominanti nello scacchiere mondiale, di
scompaginarne gli assetti. E allora tutte
le diplomazie e tutti i servizi segreti del
pianeta si mettono in caccia, generando
quattrocento pagine di inseguimenti,
colpi di scena, sparatorie, rapimenti,
fughe perigliose, torbidi amori, e
quant’altro basta a comporre, appunto,
un Grande romanzo d’Avventure. Che
si snoda tra Pechino, Istambul, Losanna,
Parigi, Enghien, Roma, e perfino nelle
più segrete stanze del Vaticano.
Scritto più di settant’anni fa, «Lo Zar
non è morto» è un romanzo assolutamente
attuale: precorre le più
moderne esperienze di scrittura
collettiva, dimostra un gusto sfrenato
per la narrazione veloce e avventurosa,
e inventa sui due piedi il genere
letterario più di moda nel 2005.
“Soltanto alcuni scopi di patriottismo
artistico (non raggiungibile in altro
modo) hanno avvicinato e solidarizzato
questi dieci scrittori italiani che
appartengono alle più tipiche e opposte
tendenze della letteratura contemporanea
(futurismo, intimismo,
ecc.). Questi sono e rimarranno
inconfondibili, dato che miliardi di
chilometri dividono per esempio la
sensibilità futurista di Marinetti dalla
sensibilità nostalgica di F.M. Martini.
Per offrire al pubblico lo spettacolo
divertente di quei miliardi di chilometri,
eccezionalmente, i Dieci hanno scritto
i capitoli del romanzo: «Lo Zar non è
morto». Questa eterogenea collaborazione,
una volta tanto, ad un
romanzo di avventure non vuol dare
nessuna direttiva artistica.”
(dalla Prefazione di F.T. Marinetti
all’edizione originale di «Lo Zar non è
morto», 1929) Codice ISBN: 978-88-518-0054-3 Pagine: 448 Prezzo di copertina: € 17,00 Prezzo scontato 5%: € 16,15
Gruppo Letterario dei Dieci, ossia Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli, Antonio Beltramelli, Lucio D'Ambra, Alessandro De Stefani, Fausto Maria Martini, Guido Milanesi, Alessandro Varaldo, Cesare Viola, Luciano Zuccoli. Uno strepitoso mix di scrittori futuristi, giallisti con i guanti bianchi, penne da terza pagina, romanzieri sentimentali e superspecialisti del colpo di scena. | |
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