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L’apparenza del successo nelle righe di "Puro veleno" |
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Francesco Facchini, Vertere.it, 08.10.2005 |
www.vertere.it |
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E’ sera inoltrata e ho appena finito un regalo. Già, perché un autore di nome Silvio Bernelli mi ha fatto l’onore di inviarmi una copia di un libro (Il titolo è Puro Veleno) tramite il solerte e gentile ufficio stampa della casa editrice Sironi, baluardo italico della letteratura italiana che piace a Vertere. Così volentieri ho raccolto l’invito e con la calma dei pochi momenti di relax mi sono tuffato in un’opera di un autore 40 enne torinese che per molti versi può essere considerata generazionale...Sto parlando di un libro buono per quelli della mia generazione, per quelli nati per sbaglio negli anni 70 che avevano 20 anni negli anni ‘90 quando ormai non c’era più niente di bello da pensare. Il protagonista è Davide Corradini, uno di noi: uno che ha successo, uno che veste bene, uno che ha parlata sciolta, cultura sulle punte delle dita dalle quali sgorga il Curaro di una rubrica nella quale massacra il cinema.
Tutto molto vero, tutto molto fico. Amici veri, pochi. Invidiosi attorno, molti. La vita di un fighetto qualunque cui il successo sorride anche negli orifizi più impensati, perché poi arriva un’occasione che è una grande occasione.
Un network, la notorietà, l’opportunità di usare un’amico per avere il surf verso la consacrazione definitiva, ammiccante bellezza. A Davide Corradini va proprio tutto giusto e l’autore del libro tratteggia questa figura con maestria di parole che vengono dritte dalla nostra generazione. Quella cui, in fondo, partita Iva e mutui impossibili a parte, va tutto sostanzialmente e apparentemente bene. Apparentemente.
Già, perché sotto il pelo dell’acqua l’odio può colpirlo proprio là dove gli farà più male. Già, perché sotto il pelo dell’acqua il suo matrimonio è deflagrato sotto il peso dell’inseguire sogni dell’apparenza piuttosto che sorsi della sostanza delle cose. Bene, resta da vedere se l’uomo Davide riuscirà a trovare il coraggio. Il coraggio di prendersi le sue responsabilità guardando quello che realmente conta.
Va detto che questo libro resta un’opera da mettere sotto la categoria "Libri che piacciono a Vertere", ma un piccolo incoraggiamento all’autore mi permetto di darlo dal basso della mia condizione di lettore appassionato: il finale gronda di umanità, l’improbabile e fallace rincorrere il perduto da parte di Davide ha la stessa fallacità di noi uomini comuni e quindi un grande valore. Il finale, però, è forse poco brillante rispetto al valore delle frasi con i quali Bernelli dipinge la storia. Ansioso di scoprire il prossimo passo in avanti della carriera di questo ottimo e giovane letterato, porgo i miei più rispettosi saluti alla compagna di una vita, madama la buona letteratura italiana.
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