Esilarante autobiografia a vignete che si apre come l'ennesima variazione sul tema del ragazzino peerdente, alle prese con inadeguatezze, piccole ribellioni quotidiane, compagni ostili e professori dalla punizione facile. Dopo le prime pagine, fra battute a raffica e situazioni iperboliche, senza mai perdere la verve umoristica emergono le vere particolarità del protagonista: definirlo "irrequieto" e "cattivo" è solo un modo per non riconoscere un problema più sostanziale, che alla fine verrà diagnosticato (cioè: nominato) e soprattutto accettato. Ma tranquilli: di iperattività non si muore, e il divertimento continua. |