Il primo libro delle avventure di Elvis Riboldi è tradotto dallo spagnolo dalla casa editrice Sironi, qui alle prime prove con libri tascabili per ragazzi. L'autore, che si nasconde dietro allo pseudonimo Bono Bidari, in realtà è un gruppo di soggettisti per la televisione e un illustratore, già creatori della serie a pupazzi animati "I Lunnis", trasmessi anche in Italia dalla Rai. Qui si sono cimentati nella creazione di un personaggio perstifero, un erede degno del peggior Gianburrasca. A questo lo avvicinerei non solo per le vicende catastrofiche, nelle quali sia Elvis che Gianburrasca fanno piombare le rispettive famiglie, ma anche per l'uso delle illustrazioni a complemento del testo. Un'idea che, da originale, sta riempiendo gli scaffali delle librerie. Il successo de "La Schiappa" con i suoi disegni, con la sua capacità di proporre un modello realistico e simpatico, ha aperto un vero e proprio genere, dove si trovano certo imitazioni, ma anche valide proposte. Nelle storie di Elvis,il rapporto tra scritto e disegnato è completamente a favore del secondo, quasi un fumetto, senza esserlo. Poche righe per ogni singola pagina e poi il racconto prosegue in questo bellissimo lavoro di tavole (realizzate da Oscar Julve) in quello che il testo dei soggettisti (Jaume Copons, Daniel Cerdà e Ramon Cabrera) ha saputo introdurre. A volte le due narrazioni sono in netto contrasto, e l'immagine crea l'effetto umoristico, perfettamente riuscito, di un ragazzino sbruffone, spavaldo e simpatico, che a parole ha cercato di elevarsi. Oppure lascia l'ombra di un sospetto di furbizia e di malizia di Elvis, capace di contrattare con i genitori, un pasticcere e una postina, le condizioni per una resa. Suo fedele compagno è Boris, la coscienza, che commenta e accompagna tutte le sue avventure. Portando senno, anche se non serve. Ironico, graffiante, imprevedibile e surreale Elvis è capace di raccontare con lo sguardo di una piccola peste un mondo di smartphone e di connessioni, di reporter di guerra che lo temono e di una preside che adora gli sport di contatto. Il tutto a ritmo di battute e delle canzoni degli AC/DC. I riferimenti naturali che sovvengono, dato il tipo di proposta editoriale, vanno, oltre che a Gianburrasca, da Manolito Quattrocchi a Mafalda, da Calvin e Hobbes alla Schiappa, includendo anche Charlie Brown. Ed Elvis sembra proprio promettere di trovare un buon posto, ammiccante e convincente. Come per i personaggi citati, le tavole catturano anche i lettori piccoli o svogliati, ma le citazioni riescono a essere anche per lettori più maliziosi. |