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"Racconti felici" di Davide Bregola |
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Italia Oggi, 22.03.2003 |
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Libro felice, come riporta anche il titolo. Racconti felici seguiti da Lenta sinfonia del male, è la prima importante opera di Davide Bregola che raccoglie il meglio della sua produzione e include i testi già apparsi nell'esordio del discutibile progetto di Coda. Undici “Under25” nati dopo il 1970, a cura di Giulio Mozzi e Silvia Ballestra, al libro di racconti Viaggi e Corrispondenze, vincitore del premio Tondelli per la narrativa, pubblicato da Moby Dick. Bregola, che avevamo salutato qualche settimana fa con un bel libro di interviste Da qui verso casa, delle Edizioni Interculturali, 11 interviste di scrittori stranieri che scrivono romanzi e racconti in italiano, si presenta con questo importante volume in cui l'autore, nato a Sermide, nella Bassa Mantovana, trent'anni fa, trova finalmente la sua voce. Dopo aver letto, imitato e infine attraversato i grandi maestri della sua terra, da Zavattini a Guareschi, da Delfini a D'Arzo, Bregola si è finalmente scrollato le ultime ruggini di quei maestri e ha trovato un proprio modo di scrivere. Un lavoro di pulizia e di minimalismo
che racconta la provincia non della grande città ma della pianura profonda, dei grandi spazi dove d'inverno sembra di stare in un immenso freezer ghiacciato, e dove il cielo respira ancora con la sua ansia metafisica. Perché il libro di racconti di Bregola oscilla continuamente sulla riflessione dei grandi cieli e dei grandi spazi con le piccole avventure tra le piccole cose in rovina, come nel racconto Agip; in spazi grandi ma dove non è facile perdersi. Anzi, in una contemporaneità in cui le grandi tragedie sono già state vissute, non resta che la grandezza delle “tragedie minori” poetizza Bregola citando Stig Dagerman. E cosi i protagonisti dei racconti di Bregola si muovono in spazi infiniti dove tutto trova coordinate precise, raccontando un'Italia e una pianura che hanno un sapore nuovo e antico insieme. Il desiderio di memoria e di etica lo si può rileggere nel bel racconto La lenta sinfonia del male, dove il bambino protagonista mangia la terra piena di memorie e di ossa. Un rito che spiega il desiderio di pienezza sempre negato da una morte incombente, da una rabbia mai tragica, sciolto il tutto in un lirismo che è il pregio e anche il limite di questo volume. Che sbocchi potrà avere questo lirismo? Lo lasciamo all'intelligenza dell’autore stesso e al suo desiderio di racconto. |
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