Ritratto della signora Darwin. Per festeggiare il Darwin Day, che cade oggi in tutto il mondo in concomitanza con il compleanno del padre della teoria dell'evoluzione, arriva in libreria la prima biografia italiana di sua moglie: Emma Wedgwood Darwin (Sironi), una storia d'amore e di cambiamenti epocali. L'ha scritta la naturalista Chiara Ceci, nata a Lecco nel 1980, studi alla Statale e alla Bicocca, cervello in fuga a Cambridge. Charles Darwin (18091882) è l'autore de L'Origine delle specie, uno dei testi fondanti della biologia, lo scopritore della nostra discendenza dalle scimmie e della "selezione naturale". Emma era relegata dalla letteratura scientifica nel ruolo di angelo del focolare, che pure ha svolto in quarant'anni di matrimonio e dieci figli. Il saggio della Ceci ricostruisce il loro inedito ménage domestico, dopo quattro anni di ricerche in Inghilterra consultando centinaia di testi e lettere nell'archivio di 15.000 documenti di Down House, la residenza dei Darwin nel Kent. Una casa museo visitata ogni anno da 45.000 persone. Chiara Ceci, dietro questo grande uomo c'era una grande donna? «Sono sempre stata innamorata di Charles Darwin – i miei amici dicono che il ruolo di amante postuma non me lo leva nessuno – volevo studiare la donna che ha avuto la fortuna di accaparrarselo. Emma veniva da una famiglia di industriali, produttori delle ceramiche più belle d'Europa, un ambiente illuminato in cui le figlie femmine studiavano come i maschi, erano libere di esprimere opinioni, di scegliere la loro strada. Un privilegio in epoca vittoriana».
Era in un certo senso migliore di Charles? «Cugini di primo grado, è stato il suo primo uomo anche se si sono sposati a trent'anni. Lui ha fatto un solo lungo viaggio, cinque anni su una barca alle isole Galépagos in cerca di specie rare. Il resto del tempo si chiudeva nello studio di Down House con le carcasse di animali e la collezione di coleotteri. Lei frequentava Londra, Parigi, la Svizzera dove viveva una zia a cui era molto affezionata. A sedici anni è venuta in Italia per il Grand Tour, di Milano annota nel diario che l'opera alla Scala le piaceva molto, era Cenerentola di Rossini, ma la gente chiacchierava e non riusciva a capire le parole. Era una discreta pianista, parlava francese e tedesco, conosceva a memoria i romanzi di Jane Austen. Il suo lato artistico compensava lo scienziato meticoloso e ipocondriaco». La maggiore scoperta del suo saggio riguarda la produzione scientifica di Darwin. «Emma era il suo editor, gli correggeva i testi, l'ha convinto a pubblicare la teoria dell' evoluzione dopo vent'anni di dubbi, lo scienziato temeva la reazione della Chiesa. Gli studi sul Dna gli hanno dato ragione: ogni specie, compreso l'uomo, segue una selezione naturale, sopravvive chi si adatta di più». Quale messaggio darà agli studenti del liceo Beccaria nella lezione darwiniana che terrà domani con il professor Marco Ferraguti (aula magna, ore 14.30)? «Le ragazze dovrebbero mostrarsi intelligenti con più coraggio, essere secchiona è figo anche se in Italia è difficile. Sono laureata in Scienze Naturali, ho fatto un dottorato in Storia e Filosofia della Scienza, poi una serie di lavori entusiasmanti: guida al Museo di Storia Naturale di Milano, coordinatrice scientifica della mostra "Darwin 1809-2009" realizzata a Roma, Bari e alla Rotonda della Besana. Restavo sempre precaria e sottopagata. Sulla scia di Emma, due anni fa mi sono trasferita in Inghilterra, prima a Londra, poi a Cambridge. Mi occupo di comunicazione della scienza alla Royal Society of Chemistry, una delle maggiori istituzioni culturali inglesi. In quattro mesi ho avuto un contratto». L'INCONTRO. Chiara Ceci presenta il suo libro, edito da Sironi, domani alle 14.30 al liceo Beccaria, in via Linneo.
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