La controversa storia del DNA tra crimini, misteri e battaglie legali è al centro di un intrigante saggio che si legge come un noir: Identità alla prova (Sironi, 256 pagine, 17 euro, prefazione di Luciano Garofano, colonnello dei Ris di Parma). Lo ha scritto la padovana Alice Andreoli, laureata in Biologia, specializzata alla Scuola internazionale superiore di Studi avanzati di Trieste e redattrice della trasmissione televisiva di RaiTre Chi l'ha visto. Il volume mette a fuoco fatti (e misfatti) su cromosomi ed elementi naturali che hanno finito con l'irrompere nella scena del crimine e dei processo moderno. Venticinque anni fa la prima impronta genetica scoperta quasi per caso, nel 2010 finalmente l'Italia potrà disporre della prima banca dati del DNA. Una dimensione che apre prospettive esaltanti. Dopo la sua invenzione il test del DNA è stato oggetto di dure battaglie giudiziarie, fino a diventare una questione politica. Così la tecnica usata ai giorni nostri è il risultato di una mediazione. La Andreoli racconta con rigore scientifico e con stile accattivante i casi più significativi e appassionanti di cronaca nera che hanno attraversato gli ultimi cento anni. Dal coraggio delle madri desaparecidos al caso di Anastasia Romanov; dal riconoscimento di Mengele a quello delle vittime dell'11 settembre fino alla storia di O.J. Simpson e allo stupro della Caffarella a Roma. In un rapido susseguirsi di colpi di scena, l'ultimo quarto di secolo ha visto l'affermazione della prova del DNA in campo forense. Per una volta è il caso di dire che la realtà non ha avuto nulla da invidiare alle trame della migliore fiction. L'autrice è brava a ricostruire la storia del test del DNA, dalla sua nascita nel 1984 fino all'applicazione odierna nelle indagini attraverso le storie più eclatanti. Appassionato il saggio introduttivo di Garofano: «Leggendo questo libro ho rivissuto le stesse emozioni della scoperta, le ansie e le attese dei primi test e la soddisfazione di poter dare una soluzione a reati complessi con la grande fiducia riconosciuta alle possibilità attuali e le ulteriori speranze per il futuro». |