Sono lieta per una volta di parlarvi di un libro che non rientra nella mia sfera di letture abituali, di una storia che ha una connotazione surreale e cinematografica. L’abilità degli autori è proprio in questo, saper suscitare attraverso la lettura immagini forti e crude, degne della migliore sceneggiatura dei fratelli Coen o di un Tarantino con qualche secchiata di sangue in meno. Sono addetti ai lavori in effetti gli autori Alex Penzo e Giovanni Bognetti, chi nella produzione cinematografica chi nella sceneggiatura tv, e questa scrittura diretta, senza filtri, arriva fin dalle prime pagine del romanzo. Ma eccovi la trama. Franco L. Uccello è uno scrittore paranoico da quattro soldi, pubblica da anni romanzetti gialli da edicola, sognando di scrivere il bestseller della vita, ma riuscendo solo ad imitare se stesso in una triste serie di storiucole che vendono ben poco. Si trova inoltre in un periodo nero, dipende da farmaci di ogni guisa ed ha un gran blocco dello scrittore senza vedere la possibilità di alcuna luce all’orizzonte. Sua moglie Elena lavora nel campo dell’editoria, lo reputa un perdente (e non manca di farglielo notare) ed ha una relazione clandestina con un suo collega di lavoro, Gianni Ravà, cronista di nera ed editor che, neanche a dirlo, ha ripetutamente bocciato le opere di Franco. Franco viene a scoprire la tresca e ricatta Gianni Ravà, chiedendogli un romanzo inedito da pubblicare, richiesta che viene accolta ai danni del giovane Luigi, un 22enne talentuoso e diffidente, che viene abilmente raggirato per arrivare a sottrargli un prezioso manoscritto. Chi conosce la struttura dei film dei fratelli Coen sa che si giungerà a grottesche complicazioni e vicoli ciechi in cui i personaggi andranno a cacciarsi, complici la stupidità e la più totale mancanza di remore e scrupoli di tutti i protagonisti, fino alla fine in cui la matassa dovrà sbrogliarsi, nel bene o nel male. Questo avviene anche nella rocambolesca trama di questo libro. Il linguaggio diretto (e volgare quando serve) a tratti esilarante di alcune figure per così dire minori, la quasi certezza che ai buoni resta poco da sperare quando i furbi mettono in moto la macchina del ricatto e della corruzione morale, fanno di questo noir una piacevole lettura con diversi colpi di scena. |