Un alcolista con velleità d'attore viene trovato ucciso in un lussuoso appartamento milanese. Sul caso, Questura e Procura chiedono riservatezza. Grazie all'aiuto dei suoi amici-colleghi, Micuzzi scoprirà una rete di politici senza scrupoli, istituzioni corrotte, prostitute d'alto bordo. Un mondo machiavellico dove nulla è come appare. Nel libro si parla di politici ed escort: un caso? "Assolutamente sì, l'ho scritto alla fine del 2007. Credo che questa coincidenza abbia a che fare con la capacità, propria del romanzo, di raccontare la realtà prima ancora che accada. Che il sesso, i soldi e il potere fossero una triade indissolubile, però, si sapeva già". Com'è nata l'idea di un'inchiesta condotta sottobanco? "Se la cifra di Sottotraccia era la solitudine, Pioggia battente l'ho pensato anche come una riflessione sulle regole: fin dove è lecito trasgredirle per raggiungere l'obiettivo? Micuzzi cede alle richieste poco limpide dei suoi superiori, accettando di condurre un'inchiesta fuori dalle norme. E così gli altri personaggi: superano il confine della legalità, chi per assecondare un bisogno di maternità, chi un ideale distorto di pace sociale. Il risultato è che nessuno è del tutto innocente". A chi è ispirato il personaggio Micuzzi? "Era nato per un progetto mai andato in porto, dove serviva un commissario quasi marginale. Poi l'ho sviluppato in antitesi con Milano, dove vive. Tanto la metropoli è dinamica, ingorda di fama e denaro, tanto lui è sbadato, fuori dal mondo. Non riesce a fare carriera ma scopre la verità. L'unica cosa che accomuna Micuzzi e la sua città è la smemoratezza. Chiedete a un ragazzo milanese chi era Pinelli e difficilmente saprà rispondere". Il romanzo parla anche di massoneria. "Piuttosto un'antimassoneria: l'obiettivo dei suoi membri non è quello di arricchirsi ma di preservare la democrazia. Un fine certamente nobile, ma i mezzi utilizzati sono chiaramente discutibili" |