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Romanzi: «Così ti ricordi di me» di Nicola Gardini |
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M.T., Il Centro - Quotidiano dell’Abruzzo, 15.03.2003 |
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La civiltà contadina fotografata nel suo momento di declino, in un paesino del Meridione italiano negli anni Settanta. E' lo sfondo su cui si collocano le vicende del romanzo «Così ti ricordi di me» di Nicola Gardini (Sironi editore, 158 pagine, 11,50 euro), un autore di origini molisane. Protagonista del romanzo è Oreste, un bambino di sette anni, che vive il clima del paesino già invaso dalle automobili Fiat, dai fotoromanzi e dalle canzoni di Mina. Figlio di Rosaria, il piccolo Oreste è appena tornato dall'America insieme alla madre che si rifugia presso l'antica famiglia. Ma il ricordo di una violenza subita tra le mura domestiche spingerà la madre ad abbandonare il bambino alle cure della nonna e della zia per un'estate intera. Abbandonato, calato in una profonda solitudine, Oreste comincerà a nutrire sentimenti aggressivi, lasciandosi andare a piccole cattiverie domestiche, assumendo atteggiamenti contraddittori nei confronti della zia e della nonna e soprattutto della cugina Meri. Una storia intensa soprattutto emotivamente, eppure condotta dall'autore con uno stile sobrio e una lingua semplice, a parte i riferimenti nei dialoghi al dialetto e al linguaggio anglo-americano.
Un romanzo coinvolgente, redatto da un esperto di letteratura, docente di Letteratura comparata a Palermo, già forte di articoli e saggi letterari, autore di antologie di poesia e critica letteraria e curatore di edizioni di molti classici antichi e moderni. Uno scrittore, dunque, votato anche allo studio e alla critica letteraria, che è riuscito a realizzare un romanzo appassionante, capace di adeguare il linguaggio italiano all'idioma dialettale, spesso riportato nei dialoghi e quindi parte integrante dell'ambientazione culturale dell'intera storia. Ma appassionante è soprattutto la parabola della vicenda, compreso il finale di forte intensità emotiva, che vedrà il piccolo Oreste quasi rifiutarsi di riconoscere la mamma tornata dall'America. «No», risponde nel finale Oreste alla mamma che vorrebbe riabbracciarlo, «tu non sei la mia mamma! Lasciami! La mia mamma è in America. La mia mamma deve ancora arrivare». |
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