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Paradossi di San Valentino |
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Armando Massarenti, Il Sole 24 ore, 11.02.2007 |
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Cara – dice Lui – non hai l’impressione che non comunichiamo?». «Ma certo che comunichiamo! Possiamo non parlarne?». Un dialoghetto paradossale come questo non è meno reale perché appare in film di Woody Allen (Melinda & Melinda). È parte della normale «pragmatica della comunicazione umana», e i paradossi aumentano proprio quando il dialogo è di tipo amoroso. Ricordate i Nodi dello psichiatra Ronald Laing? Esempio: «Mi ami?» «Sì» «Davvero?» «Sì. Davvero» «Davvero davvero?» e via indefinitamente. Paul Watzlawick ci ricorda, nel suo geniale manuale rovesciato Istruzioni per renderci infelici, che una buona regola consiste nell’esasperare il dialogo ispirandosi al principio che «se qualcuno mi ama deve avere qualcosa che non va». Il che significa che la condizione necessaria per amare qualcuno è amare innanzitutto se stessi.
Ci sono però anche paradossi più leggeri, anche se non meno istruttivi sulle psicologie femminile e maschile. Sono quelli che troviamo raccolti in un delizioso volumetto di Rossella Messina, Pensavopeggio. L’amore oggi, secondo lei, edito da Sironi ma costantemente aggiornato in internet. Solo qualche assaggio: Lei: «Mi ami?». Lui: «Oppure?», una variante ancor più ironica del Laing ricordato sopra. E in tema di comunicazione: Lei: «Mi prometti che ci diremo sempre tutto?». Lui: «Cioè che parleremo in continuazione?». C’è poi un ultimatum che si confuta da sé: «…e alla fine gli ho detto: “se continui a tacere è finita”». L’amica: «E lui?». «Era troppo sconvolto per parlare…». E un invito allo scetticismo: Lei: «Credo che potrei innamorarmi di te». Lui: «Perché?». Lei: «È una cosa che sento». Lui: «Tu credi a tutto quello che senti?». Uno profondo è il seguente: Un Lui: «Mi piaci, ma ho paura». Una Lei: «Ho paura, ma mi piaci». Ma per finire ecco un adattamento di un dialoghetto che era natalizio. Lui: «Che cosa vuoi per San Valentino?». Lei: «Nulla che tu possa comprare». Lui: «Perfetto!». |
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