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La coscienza coincide con il cervello
Dan Lloyd, Il Sole 24 ore, 28.09.2006
L'autore di «Radiant cool» spiega perché ha scritto un noir su come funziona la mente
La trama è apparentemente quella di un thriller: Miranda Sharpe, dottoranda in filosofia, entra nello studio del suo tirannico relatore, Max Grue. E lo trova morto. Perché? Con quello che forse è un delitto hanno qualcosa a che vedere le ricerche sulla coscienza che Grue stava conducendo? Indagando, Sharpe si troverà di fronte a misteriosi file e a macchinari inquietanti. Fin qui, in poche parole, il mio romanzo Radiant cool (edito in italiano da Sironi).
Ma perché scegliere la via della fiction, e per di più quella di un romanzo noir, per affrontare una problematica di enorme complessità come il rapporto fra mente e cervello e, in particolare, l'annosa questione della coscienza?
La coscienza, per cominciare, è come la storia di ognuno di noi, raccontata in prima persona da noi a noi stessi. Per illuminare i tortuosi percorsi dell'esperienza cosciente attraverso il tempo, un racconto in prima persona mi sembrava inevitabile. Inoltre, come soggetto di studio, la coscienza è elusiva, enigmatica, avvolta nel mistero: proprio come il personaggio di un romanzo noir. Infine, lo stile del noirr è decisamente divertente. Permette metafore ardite, un'estrema caratterizzazione e un'atmosfera intensa e coinvolgente.
Così è nato il mio romanzo, dove l'enigma da sciogliere non riguarda soltanto il mistero di un cadavere rinvenuto nelle prime pagine, ma anche l'interrogativo che la protagonista, la fenomenologa-detective Miranda Sharpe, espone quasi immediatamente: «La mente è il cervello e il cervello è la mente?».
È possibile trovare una risposta a questo quesito? Uno dei temi fondanti del romanzo noir è che le cose non sono come sembrano. Le prime impressioni sono fuorvianti, e solo nella parte finale, con la soluzione dell'intrigo, il lettore si trova di fronte alla verità della storia e può finalmente guardare al di là delle apparenze. Si accorge, per esempio, che due diverse descrizioni sono applicabili a un solo personaggio. Cervello e mente sono così. A prima vista le differenze tra loro sono enormi e inconciliabili. Ma appena gli indizi vanno lentamente a ricomporsi, scopriamo come il cervello possa identificarsi con la mente. Il nostro punto di vista allora si sposta, proprio quando avviene quando un mistero viene risolto, e alla fine ci si trova di fronte a un'unica e sola entità. Se la si descrive in un modo è la mente. Descritta in un altro modo è il cervello.
Questa unità emerge con chiarezza non appena riconsideriamo le nostre idee su entrambi i personaggi: mente e cervello, appunto. Leggere un noir usando la mente o il cervello. Dal punto di vista della mente, Radiant cool focalizza l'attenzione su due aspetti della coscienza. Primo: l'esperienza cosciente è sempre una miscela di sensazioni e di concetti non-sensoriali. Chiamo questo primo aspetto "sovrapposizione". Secondo: il più importante concetto non-sensoriale della coscienza è la nostra consapevolezza del tempo. Sovrapposizione e temporalità rendono la nostra esperienza cosciente "a strati" e dunque dissimile dall'esperienza dei semplici animali o dall'insieme di dati contenuti in un computer.
L'esperienza della musica è un buon esempio di questo. Una melodia è composta da una serie di toni e accordi che si estende nel tempo. Ma in nessun momento ascoltiamo soltanto un unico tono o un unico accordo. Noi percepiamo e traiamo piacere dall'intera melodia, perché la mente può combinare la sensazione con la memoria recente e l'aspettativa. Il tono e il suo contesto sono indissolubilmente legati alla nostra percezione della melodia.
Dal punto di vista del cervello Radiant cool descrive come il sistema nervoso sia legato alla coscienza. I network neurali fondono continuamente la corrente di informazioni sensoriali con i significati immagazzinati e la loro storia. Il cervello è esattamente il tipo di organo di cui necessitiamo per avere esperienza cosciente della miscela della consapevolezza sensoriale e non-sensoriale, incastonata nella ricca tabella del tempo percepito.
Insomma, se la guardiamo dall'esterno del cervello, la coscienza assomiglia alla materia grigia. Se il nostro punto di vista invece è dentro il cervello, la coscienza assomiglia al mondo, con noi dentro di esso.
Fin qui Radiant cool. Naturalmente l'enigma che ne è al centro ha interessato da secoli il pensiero umano. Per molta parte della sua storia, la filosofia ha abbracciato il dualismo, la visione per cui mente e cervello sono realmente e sostanzialmente differenti. Nell'ultimo mezzo secolo le cose sono cambiate e i filosofi hanno dibattuto sul materialismo, la visione secondo la quale la mente è di fatto manifestazione di un'entità fisica.
La prima ondata del moderno materialismo è stata ispirata dal computer. A questa è seguita una seconda ondata, in realtà appena incominciata, ispirata dal cervello stesso. Ultimamente, infatti, la metafora del computer è caduta in disgrazia. I computer, a dispetto del loro potere di elaborazione, si sono rivelati modelli troppo fragili ed esili per descrivere compiutamente la mente. Le neuroscienze stanno esplodendo e i "neurofilosofi" stanno scoprendo molti aspetti affascinanti del cervello.
Termini come "connectionism", "parallel distributed processing" e "neural networks" vengono usati sia dai filosofi che dagli scienziati cognitivisti per descrivere il materiale che è alla base della mente stessa.
Tutti i diritti degli articoli della rassegna stampa di sironieditore.it di proprietà dei rispettivi autori/testate/siti.
Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

L'universo accidentale
di Alan Lightman
Galápagos
"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

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