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Romanzo della coscienza
Nicola Nosengo, Mente e cervello, 15.07.2006
A luglio 2005, un numero speciale di «Science» riportava una hit parade dei grandi problemi irrisolti della scienza contemporanea. Al secondo posto figurava la domanda: «Quali sono le basi neurali della coscienza?». La coscienza è la consapevolezza (per quanto se ne sa solo umana) delle proprie percezioni, la capacità di integrarle in un contino «film interiore», e di richiamare volontariamente ricordi dalla memoria. Spiegare come questo possa scaturire dall'attività elettrica e chimica di miliardi di neuroni è «il problema dei problemi» delle neuroscienze.
Così pure, raccontare al pubblico le richerche in questo campo potrebbe essere «il problema dei problemi» della divugazione scientifica. Gli studi sulla coscienza presuppongono un notevole background filosofico; utilizzano tutte le più avanzate tecnologie di analisi dell'attività cerebrale; costringono a guardare al cervello come sistema, anziché a singole parti di cui descrivere il funzionamento. Scrivere un libro su questo argomento e destinarlo al grande pubblico significa cacciarsi in un ginepraio.
Dan Lloyd, filosofo del Trinity College di Hartford, in Connecticut, ha provato a uscire con Radiant cool, un libro affascinante e ambizioso. Anzi, due libri: la prima parte è un romanzo, la seconda un saggio.
Cominciamo dal romanzo: un giallo di ambiente accademico in cui la giovane dottoranda Miranda Sharpe si trova a indagare sulla misteriosa scomparsa del suo relatore. Risolverà il caso, ma per farlo dovrà ricostruire le ricerche dello scomparso, appunto incentrate sulle basi neurali della coscienza, e arrivare a una teoria della coscienza a sua volta. Il tutto grazie anche all'aiuto di... Dan Lloyd stesso, che compare come personaggio verso la fine del romanzo, dopo che Miranda si è imbattuta per caso nel suo sito web (quello vero, a cui volendo potete dare un'occhiata).
A scanso di equivoci, la prima parte di Radiant cool è un «vero» romanzo. Lloyd sa raccontare, conosce a memoria i meccanismi del giallo e li sfrutta, con ironia e garbo, per costringere il lettore a seguirlo nel labirinto dei rapporti tra mente e cervello. E Miranda è un'eroina a tutto tondo al cui humour tagliente è difficile non affezionarsi.
Finito il romanzo, si apre il saggio. In cui Lloyd, riprendendo e ampliando gli spunti introdotti dal racconto, propone qualche idea su come affrontare uno studio scientifico della coscienza. Appggiandosi a Husserl e alla tradizione fenomenologica, mette al centro del suo discorso la temporalità: la coscienza è per lui, più di ogni altra cosa, la capacità della mente di dare una struttura al caos della percezione attraverso il tempo. Ma come emerge dall'attività dei neuroni? Per Lloyd la soluzione dell'enigma può venire solo da una sintesi di metodi sperimentali: elettroencefalogramma, risonanza magnetica funzionale e misurazione di singoli neuroni, ma soprattutto uso di reti neurali per la simulazione di «minicoscienze».
Di questo approccio Lloyd dà qualche esempio: se la star del romanzo è Miranda, la star del saggio è una rete neurale artificale di otto neuroni che a forza di tentativi impara a sentire un bip, a contare cinque secondi (senza l'aiuto di alcun orologio) e poi a rispondere con un altro bip. Nelle ultime pagine il cerchio si chiude quando Lloyd fa notare che il romanzo stesso non è che un accurato esperimento mentale; e che ha molto in comune con la coscienza, perché anch'esso mette ordine nel caos usando come guida il tempo.
Radiant cool non è un libro facile. Probabilmente non è un libro per principianti delle neuroscienze, e paradossalmente il romanzo è per certi versi più ostico del saggio, che finisce quasi per illuminare il romanzo, facendo dire al lettore: «Ecco di che diavolo parlavano i personaggi...». Ma per la brillantezza della scrittura, la solidità filosofica e l'originalità della proposta scientifica, è un esperimento pienamente riuscito di racconto della scienza, e una lettura obbligata per chi si interessi a quel «problema dei problemi» che è il rapporto tra mente e cervello.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

L'universo accidentale
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Galápagos
"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

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