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Lo zar non è morto: Tre lezioni: Imperialismo, Godersi la vita, Ricerca & Sviluppo
Francesco Pacifico, Il riformista, 26.11.2005
Lezioni imparate dal collettivo letterario fascista dei Dieci: per una letteratura italiana vincente in Europa e nel mondo. Dove risiede il male? Gesù dice che dobbiamo preoccuparci di quello che esce dalla nostra bocca. Nessuno dei coinvolti nella produzione di 2005 dopo Cristo di Babette Factory pensa di aver partecipato per avidità e malafede a un libro collettivo su Berlusconi - due aspetti sempre in bilico tra moda e obsolescenza anche prima della fine della prima stesura. Eppure, da fuori, molti l'hanno visto come scopiazzatura di un'idea di Wu Ming ma su un canovaccio costipato, ancora non asciugato dallo scorrere del tempo, e avendo come scopo la sola buona scrittura. Troppo! Tutto e male! A sei mesi dall'uscita, sonoramente delusi dall'assenza di notizie sulle vendite, ricacciati ai nostri quattro scrittoi, incapaci in certi casi di scambiarci perfino una mail di curiosità (hai divorziato?, sei morto?), noi ex Babette abbiamo bisogno di un confronto storico serio, e il confronto storico serio che ci meritiamo è quello con i fascisti, gli unici ad aver avuto in mente un'operazione letteraria della stessa cecità.

Se questa decisione sbagliata è la prova di un'assenza di profondità e poesia (come pensa la rivista di Dell'Utri, che incredibilmente è stata più profonda di chiunque altro su 2005 dopo Cristo nonostante l'argomento delicato, definendoci dei Faletti rovina-letteratura), dobbiamo cercare di salvare il salvabile imparando quali altri usi può avere un romanzo: usi più in linea con la nostra corruzione morale. Dal manifesto del collettivo dei Dieci, scritto dal suo leader F. T. Marinetti, traggo tre importanti lezioni.

1) Imperialismo, Ricerca e Sviluppo. Secondo l'Economist in Italia gli scandali finanziari e una generale debolezza tolgono fiducia agli investitori. Il discorso vale anche per la letteratura. Marinetti: "La grande Italia fascista deve non soltanto realizzarsi politicamente, militarmente, industrialmente, commercialmente e colonialmente, come sta facendo sotto l'occhio vigile del Duce, ma devea nche esprimersi. Perché l'Italia abbia la sua alta luminosa espressione nel mondo occorre mettere in primo piano la letteratura e specialmente il romanzo che, col teatro, può sviluppare la maggiore potenza italianizzatrice". Non ha nessun senso scrivere un libro che abbia qualità contro Berlusconi se non ci si allea prima almeno con i Democratici americani e con la gauche caviar francese. Bisogna capire quali frange della massoneria non appoggiano B. e di conseguenza iscrivervisi. Un patto geopolitico, ad esempio, è alla base dell'alleanza di Nick Hornby e Zadie Smith con gli americani D. Foster Wallace e D. Eggers, che a sua volta è stata ispirata segretamente dalla partecipazione pochi anni fa di Tony Blair a una puntata dei Simpson, come personaggio e doppiatore di se stesso ("L'ho fatto per piacere ai miei figli", ha detto, ma figli è una parola in codice per dire fratelli americani della Skull and Bones). Dunque avanti con la potenza italianizzatrice! Le grandi letterature escono dai regni e dagli imperi (quello americano oggi, i francesi e gli inglesi tempo fa, i russi a metà strada, nonostante lo zarismo stesse crollando).
NB: l'oblio dei Dieci è dovuto al fatto che credevano di avere un impero e invece avevano una dittatura, che è diverso. Se Napoleone appare nei migliori romanzi europei, Mussolini non ha ispirato nessuno e allora figuriamoci Berlusconi. "Gloria dunque alla letteratura dell'Italia fascista! Nasca il super-Dante di domani...". Sì, ma prima un vero impero.

2) Godersi la vita in attesa di essere dimenticati. Tra le righe profetiche del manifesto dei Dieci si può anche trarre un insegnamento riguardo a cosa fare in caso di oblio: se uno non ce la facesse a lasciare un segno, almeno che si goda la vita. "Il primo banchetto dei Dieci aveva bensì lo scopo pratico ed originale di affratellare a tavola letterati, grandi finanzieri e rappresentanti di Nazioni estere, allo scopo di aiutare con mezzi nuovi lo sviluppo della letteratura nostra in Italia e all'estero". La citazione è a metà strada tra il precedente tema imperialistico e il buon senso edonistico italiano. Negli imperi di oggi abbiamo gli esempi delle feste in maschera di Truman Capote, del Brat Pack cocainomane di Ellis, McInerney e i loro editor (cfr. l'istruttivo Lunar Park di Ellis, appena uscito). "Il chiasso sollevato da quelle centomila lire [l'anticipo per la pubblicazione su rivista del libro collettivo]... favoriva uno dei propositi dei Dieci, cioè quello di elevare i prezzi del mercato letterario in Italia".
Certo, se non come spese di Ricerca e Sviluppo, esigenza non avvertita dall'Italia che non la fa fare nemmeno al Cnr, per lo meno il denaro valga come compensazione agli scrittori che saranno presto dimenticati. Champagne, cocaina, le amanti di qualche Presidente della Repubblica che non c'è più.

3) Sopravvivere alle critiche. Se però neanche ci sono i soldi, o non si riesce a farli con un collettivo di scrittura perché il libro non vende e gli anticipi equivalgono allo stipendio di tre mesi di un dottorando, e quindi non si possono fare grandi feste lussuriose, allora almeno non bisogna prendersela. "Dopo il bombardamento di critiche che i Dieci hanno subito sorridendo..." esordisce Marinetti, che per prevenire alle accuse di poco amalgama del romanzo collettivo fa: "...il Segretario galante non implica nessuna miscela di sensibilità ed è una raccolta di lettere d'amore ricche di ingredienti tanto diversi e opposti da far impazzire la donna che volesse accogliere contemporaneamente nel proprio cuore". Che è come dire: il libro non è venuto male, è che è troppo ricco e abbondante perché lo possiate sopportare (vale lo stesso per 2005 dopo Cristo! Potevamo subire le critiche sorridendo, allora). E poi, quel ruolo così bello di segretario galante. Bisogna imparare a vivere, con gioia, italianamente! Governo prendere nota. Il prossimo libro lo scriveremo contro.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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