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Un Travolgente esordio che parla tanto di noi |
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Corrado Augias, Il Venerdì, 10.06.2005 |
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Un paio d'anni fa la Rizzoli pubblicò il romanzo dello scrittore americano Micheal Chabon. Il titolo ricordava un feuilleton o un fumetto: Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay. Alla lettura si rivelò un affascinante pastiche, una storia che pescava in eguale misura dalla cultura popolare americana e dalla più raffinata tradizione mitteleuropea, con un teatro d'azione che spaziava tra Praga e New York negli anni Trenta del Novecento. Richiamo il precedente perché adesso abbiamo un romanzo italiano che s'avvicina a quel modello e a quell'autore.
Parlo di Leonardo Colombati (Roma, 1970) che si è affacciato alla ribalta della narrativa con Perceber (Sironi), storia di cui non ricordo l'eguale in lingua italiana per ardimento combinatorio e fervore inventivo.
Mi dispiacerebbe se la grande attenzione critica e mediatica (presto diventata voga) dedicata ad Alessandro Piperno per il suo Con le peggiori intenzioni facesse trascurare quest'altro romanzo d'esordio degno, come minimo, di stargli accanto.
Il titolo è enigmatico e difficile da memorizzare e se è vero che il sottotitolo ("Romanzo eroicomico") aiuta, è anche vero che la copertina non è un granchè. Insomma il romanzo si presenta in modo problematico. In compenso la storia è straordinaria. Perceber figura essere una cittadina spagnola di ebrei cabalisti teatro di alcune delle azioni evocate da uno zio rompiscatole del giovane protagonista. Ma il teatro vero dell'azione è Roma e, attraverso Roma, la società italiana di oggi, colta nei suoi tic, nelle debolezze, nelle stravaganze e nei luoghi comuni e pigrizie di comportamento e linguistiche.
Non provo nemmeno a dare un riassunto dell'intreccio perché mi perderei facendo un torto all'autore. Ciò che conta del resto, al di là degli avvenimenti, è il modo in cui Colombati li rende con una serie scintillante di associazioni linguistiche e mnemoniche quali solo un grande talento poteva escogitare. Nelle pagine si mescolano luoghi, epoche, costumi; si incontrano i più diversi personaggi; si contaminano i generi letterari; ci sono punti dove l'autore perde un po' il controllo della fantasia lasciandola debordare in fumisterie barocche. Prevalgono però il divertimento e il gusto delle citazioni tutte così perspicue da chiedersi che cosa abbia maggiormente contribuito a mettere insieme una tale antologia: se una vastissima cultura o una furibonda inventiva |
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