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Belli ed impuri: Così i libri li vuole Mozzi
Nicola Signorile, Gazzetta del Mezzogiorno, 30.04.2002
Tra le prime pubblicazioni previste in «Indicativo presente», i romanzi di due pugliesi (Paoloni e Romano)
«Vogliamo fare libri di letteratura, non fiction». Giulio Mozzi detta le condizioni della nuova collana di narrativa che sta per essere varata dall’editore Sironi di Milano. Condizioni che hanno il sapore di un «bon ton» aristocratico. D’altra parte Giulio Mozzi, scrittore e insegnante di scrittura, lascia sempre sconcertato chi si aspetta da lui un atteggiamento intellettuale coerente con il suo modo di essere gentile, pacato, quasi remissivo. Nell’«esercizio delle sue funzioni» è ben poco accomodante: ha un progetto e lo persegue con tenacia, si schiera e prende posizione. Così la sua nuova collana, che si intitola programmaticamente «Indicativo presente» e che schiera ben due pugliesi tra i primi autori, esibisce vocazioni e divieti. «A forza di identificare la letteratura con la fiction - dice Mozzi - finiremo per confonderla con l’entertainment ». Per questo nella collana - anche a costo di apparire «fuori tempo massimo» - troveranno spazio libri che abbiano una istanza di realismo. «Libri che raccontino le immaginazioni dell’Italia - così spiega Mozzi il suo «Realismo» -. Ci interessano le immaginazioni di uomini e di donne, non le immagini dei mezzi di comunicazione di massa, ci interessano storie del presente e del passato prossimo. Storie di passioni, perché di sentimenti non abbiamo alcun bisogno». Passione e realismo: che succede a Giulio Mozzi? Tradisce la sua militanza di scrittore di ricerca, contiguo alle zone dell’avanguardia in questi ultimi anni? No, tutt’altro: «Vogliamo fare una collana di libri - precisa - che facciano esperimenti di forma e di lingua. Non vogliamo fare libri iperletterari, e nemmeno libri ingenui, melensamente facili. Ma soprattutto vogliamo fare libri belli e impuri, nei quali la bellezza sia messa a repentaglio». Tanto l’editore (un’agguerrita squadra di ben 40 persone, in controtendenza rispetto alle diete anoressiche delle case editrici italiane) che la collana faranno il loro esordio in libreria alla fine di aprile con quattro titoli. Il primo è di Giuseppe Caliceti, animatore semiocculto di «Ricercare», il laboratorio di nuove scritture che si tiene ogni anno a Reggio Emilia, e sodale di Mozzi nell’impresa di curare l’autoinchiesta dei ragazzi e delle ragazze italiane attraverso la scrittura: ne è venuto fuori nel 1998 il libro Quel che ho da dirvi (Einaudi Stile Libero). Un’impresa che sta per essere replicata con l’autoritratto dei genitori dei ragazzi italiani. Forte di questa esperienza di scrittura collettiva, Giuseppe Caliceti tiene sulla Rete (portale Emilianet) un diario on line, aperto ai lettori. Il libro che ne ha ricavato, intitolato Pubblico/ Privato 0.1, è un condensato di avvenimenti intimi e collettivi, in un brulicare di voci raccolte in diciassette mesi. Gli altri tre romanzi in uscita sono di altrettanti autori, giovani ma non esordienti: di Guido Barbujani Dopoguerra (storia violenta e ambigua ambientata mezzo secolo fa sul delta del Po), di Elio Paoloni, pugliese di Latiano, Piramidi (vicenda coltivata nel mondo del marketing e delle reti di vendita), di Paolo Nelli Dialogo sull’amore? (tema: l’amore, ma visto da una donna). Successivamente appariranno Standards 1 di Vitaliano Trevisan, Sleepwalking di Laura Pugno e Porto di mare del salentino Livio Romano, il secondo pugliese «a dimostrazione - dice Mozzi - che nel Sud le nuove scritture non si fermano a Napoli e che esiste invece un interessante ambiente pugliese ». Il programma di «Indicativo presente » procede a marce forzate, si direbbe mosso da un’urgenza. «Sì, c’è urgenza, accidenti - dice Giulio Mozzi -. Bisogna far presto: prima che il nostro presente e con lui tutto il resto ci venga spogliato di dosso. La letteratura servirà pure a qualcosa».
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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