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Quando il cuore è di cuoio |
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Tommaso Bocci, Nuovo quotidiano di Puglia, 10.10.2004 |
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Uno spaccato del Sud degli anni '70 nel libro di Cosimo Argentina: i sogni di un 14enne e il mito di Iaco-gol |
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Il boato si sente ancora da qui, siamo sicuri che siano passati 27 anni?
Le “siringhe” di Erasmo Iacovone non perdonavano. Il golerador con i baffi che faceva sognare la tifoseria rossoblù del 1977 può far emozionare ancora, a così tanto tempo da quelle cannonate che non risparmiavano mai la porta avversaria.
Sì, gli applausi e i cori si sentono ancora, basta saper tendere l’orecchio, e ancora commuove ricordare che Iaco-gol, di lì a poco, se ne sarebbe andato per sempre, in una fredda notte del febbraio ’78 lasciandosi dietro, come tutti gli eroi, solo la scia di una leggenda.
Di quella strana invernata, di quell’anno che poteva essere di gioia memorabile e invece non fu, con una Puglia calcistica resa rovente dai derby a getto continuo (Bari, Taranto, Lecce, tutte in serie B) uno scrittore tarantino ci restituisce oggi un ritratto quasi palpabile, un “film scritto” che raccontando la storia di Krol, quattordicenne del rione Italia Montegranaro (Città Nuova, Taranto), finisce con il restituire in maniera credibile e viva il piccolo mondo delle periferie cittadine del Sud degli anni Settanta
Cosimo Argentina, questo il nome dell’autore di “Cuore di cuoio” (Sironi editore, 13 euro), non è uno scrittore improvvisato, e si vede. Nato a Taranto nel 1963 vive in Brianza e ha già firmato “Il cadetto” (1999, Marsilio) e “Bar Blu Seves” (sempre Marsilio, nel 2002). Probabilmente ha messo molto di sè in questo Camillo Marlo detto Krol, indisciplinato studente dell’Itis “Righi” e tifoso a tempo pieno.
La scommessa, questa volta, è stata quella di usare, in un libro di 204 pagine che si leggono d’un fiato, un dialetto tarantino che può risultare abbastanza ostico per chi non vive nella provincia jonica. Eppure l’effetto, quasi musicale, è garantito.
Krol e i suoi amici parlano come mangiano e pensano con una logica da curva sud: ciò che è importante è vincere, portare a casa (allora, nei Settanta) i due punti; o pareggiare fuori casa. Tutto ciò che vale sul campo ha valore indiscusso anche nella vita, dove tutte le opinioni di Kroll sono tarate in base al metro calcistico.
Disprezzo assicurato dunque, per chi non capisce niente di pallone, come “le femmine” e i professori. Onore e stima, al contrario, per chiunque abbia competenza in materia di campionato e vada al campo sportivo (il “Salinella”, in quell’inizio di stagione ’77-’78) nel modo giusto
“Cuore di cuoio” è uno di quei romanzi che si assapora meglio se si ha l’età giusta per non farsi sorprendere da nomi come Maurizio Baredson (“...parliamo della morte di Maurizio Baredson, ora 90° minuto sarà solo con Paolo Valenti...”), Tomas Milian, Pepe Schiaffino e via andando, dove i riferimenti televisivi, sportivi e cinematografici sono, naturalmente, quelli del 1977.
Non tutto naturalmente si riassume nel pallone. Krol ha solo 14 anni, ma qualche interesse per “le femmine” ce l’ha, anche se al primo posto ci sono sempre e solo “i compari”, ovvero gli amici Mescalero, Sommergibile, Panzerotto e tutti gli altri.
Nella vita di un teen ager della Taranto degli anni Settanta non ci sono gran divertimenti (salvo il cinema, con i biglietti gratis solo per i film che le ragazze bene non vedranno mai, come “Spermula” e “L’invasione degli astromostri”), ma esistono seccature relativamente grandi: le lezioni di musica offerte da una zia zitella e le gite a Porto Cesareo, sulla Prinz di papà, per mangiare il pesce.
Poi c’è il grande e misterioso universo del sesso, dove gli elementi principali non sono le ragazzine bionde che vanno al liceo classico, ma le prostitute di 65 anni ("...una bionda alla Carmen Villani, con gli occhi pittati di nero e blu...") che stanno nella zona di via Duca di Genova.
Argentina racconta con freschezza e ritmo tutto questo, non ha paura di essere greve o inopportuno, non edulcora nemmeno le situazioni più pesanti e non purga il linguaggio di Kroll e dei suoi amici con indiscutibili effetti umoristici. Ma anche con risultati che toccano, in più di una pagina, le corde dell’emozione.
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