Vuoi registrarti oppure effettuare il tuo login? Clicca qui
Home
Il catalogo completo
Libri in arrivo
Le recensioni
indicativo presente
Le recensioni
La scheda
Leggi gli articoli
Commenta il libro
Leggi i commenti
Consiglia a un amico
Aggiungi al carrello
Questo e altri mondi
Galápagos
Fuori collana
Spore
I ferri del mestiere
La scienza in tasca
Semi di zucca
Elvis Riboldi
Cerca nel sito
Mailing list
Scrivici
Area utenti
English 
Acquistare online
F.A.Q. tecniche
Condizioni generali
Foreign rights
La lunga parabola di Luisito Bianchi contro il nichilismo
Mario Santagostini, Il Giornale, 19.11.2003
Ormai tutti, più o meno, ragioniamo seguendo l'idea – agghiacciante, in verità – che è un segno caratteristico della modernità occidentale il ritrarsi di Dio dal mondo, il suo offrirsi nella paradossale modalità dell'esser nascosto: dunque a partire dal proprio silenzio. Se questa negatività trova le sue più evolue elaborazioni in alcuni settori della riflessione teologica novecentesca, diventa anche schema mentale, senso comune capace di orientare il modo di guardare mondo e vita: a quel punto accade che i nostri gesti, le valutazioni più elementari sono impregnate e attraversate dall'idea dell'«assenza del divino». È una delle facce del nichilismo, termine con cui ci stiamo perfino pericolosamente abituando a convivere al punto che l'avvertiamo come innocuo, corrivo, banalmente ovvio.
Fa allora epoca un romanzo come La messa dell'uomo disarmato (Sironi, pagg. 860, euro 19) caratterizzato, invece, dalla presenza quasi ossessiva del Dio cristiano e del Verbo in ogni atto, in ogni evento umano. L'autore, Luisito Bianchi, vede la vita come qualcosa in cui il sacro si specchia: così (e gli esempi di questa «invadenza del divino» possono essere infiniti) un anno non è composto da giorni, dal ripetersi di stagioni, ma è essenzialmente uno scorrere di festività, ricorrenze che rafforzano, sacralizzano il passare del tempo. La storia umana rinvia, insomma, a un piano che la trascende e le garantisce un senso. Proprio in questo mondo religioso, arcaico e premoderno Bianchi fa irrompere l'orrore del conflitto mondiale, l'antisacro per eccellenza. A quel punto, il racconto diventa una sorta di scontro tra bene e male. Quanto accade a un piccolo paese d'Italia tra il 1943 e il 1945 è vicenda emblematica, mito. Forse per questo, neppure l'orrore della guerra civile fa sì che il Verbo venga a ritrarsi del tutto, e anche nelle pieghe della peggior tragedia italiana, nel dolore in apparenza più gratuito, nei picchi della sdivinizzazione del mondo sarà, alla fine, concesso rintracciare un senso.
Libro strano, La messa dell'uomo disarmato: lunghissimo, dai ritmi lentissimi, per certi aspetti radicalmente inattuale perché parla di un mondo e di un Dio che, forse, sono svaniti per sempre e possono rivivere unicamente come racconto, come favola. Unica opera narrativa di un autore che è sacerdote dal '50, già circolato «porta a porta» come best seller autoprodotto. La messa dell'uomo disarmato lascia il lettore spiazzato perché le sue pagine, nei momenti di respiro più alto, posseggono un tono decisamente maestoso, spesso solenne: un tono ormai insolito nella nostra narrativa, di norma tesa a sforbiciare, stilizzare, ridurre a pura scrittura le storie. Ancora: libro controcorrente nel bene e nel male. Sovraccarico, impegnativo, perfino arduo, duro da leggere. In alcune pagine (specie all'inizio) fa seriamente pensare al capolavoro tardivamente riscoperto, in altre al libro scritto da un uomo di fede ostinatissima e privo di ogni malizia. Suscita sensazioni contrastanti, insomma. Forse, perché non è (o non è unicamente) un'opera letteraria: è una parabola. Con tutte le stratificazioni di senso che la parabola cristiana è capace di contenere. Alle quali il lettore laico e (inevitabilmente) sottomesso al nichilismo non è più abituato. Per questo un romanzo come La messa dell'uomo disarmato entusiasma, e insieme quasi irrita per la distanza che mette tra sé e la modernità. Come pochi libri sono stati, ultimamente, capaci di fare.
Tutti i diritti degli articoli della rassegna stampa di sironieditore.it di proprietà dei rispettivi autori/testate/siti.
Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

L'universo accidentale
di Alan Lightman
Galápagos
"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

Sironi Editore è un marchio di Alpha Test s.r.l.
viale Cassala 22 - 20143 Milano
tel. 02-58.45.981 - fax 02-58.45.98.96
C.F./P.IVA: 08317940966
R.E.A. MI 2017255
Cap. Soc. € 146.093,57 int. vers.