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“L’istruzione forma la mente” |
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Raffaella Grassi, Il Secolo XIX, 25.10.2003 |
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Viaggio nel cervello John Skoyles ha presentato il suo libro “Il drago nello specchio”
Lo studioso è molto ottimista: il futuro dell’umanità migliorerà |
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Genova. La plasticità neurale. Questo il tema-chiave dell’incontro di ieri pomeriggio all’Histoire Café Garibaldi con protagonista John Skoyles, autore insieme a Dorion Sagan del saggio Il Drago nello specchio edito da Sironi, ricercatore al Centre for the Philosophi of Natural and Social Science della London School of Economics.
Perché l’uomo con un patrimonio genetico poco distante da quello di una scimmia e con un cervello anatomicamente simile a quello di un cacciatore-raccoglitore di centomila anni fa, è l’unica specie vivente in grado di leggere, guidare un’auto e costruire navicelle spaziali?
Questo si chiede Skoyles e si risponde.
Al centro di tutto c’è una delle più grandi scoperte sul funzionamento della mente umana, la cosiddetta plasticità neurale.
Concetto a dire il vero che è risultato alquanto complicato per i non-scienziati presenti e che Skoyles ha spiegato partendo dai due diversi approcci scientifici sull’evoluzione della mente umana: “La destra evolutiva sostiene che i nostri geni spiegano quello che siamo e quello che siamo stati, la sinistra evolutiva al contrario ritiene che la spiegazione di tale evoluzione non sia solo genetica, ed è questo l’approccio che io ritengo corretto. L’evouzione dei processi cognitivi è dovuta soprattutto all’evoluzione della cultura, alla formazione di simboli, idee, alfabeti. È l’istruzione, la “cultura” che forma e costruisce la nostra mente”.
Al centro di questo approccio c’è la plasticità neurale, ovvero la flessibilità di neuroni ad adattarsi a funzioni non solo sulla base delle loro intrinseche proprietà ma anche in riferimento all’enviroment, all’ambiente. “La corteccia visiva è in grado di fare altre cose oltre a raccogliere gli input visivi, così come quella uditiva, al di là della loro funzione principale. Per esempio in caso di ictus altre parti cerebrali possono svolgere funzioni normalmente svolte dalle aree dannegiate”. E fa l’esempio dei bambini dislessici che usano la parte “sbagliata” del cervello, e di ricerche che hanno dimostrato come sia possibile insegnare loro a ricorrere a quella “giusta”. O di futuri possibili metodi di insegnamento di lettura “basati su tecniche molto più semplici di quelle attuali, simili a quelle usate nell’insegnamento dello sport e della musica”.
Secondo Skoyles gli uomini stanno entrando nella Brain Age, l’Era del Cervello, stanno passando dall’hi-tech al Brain-tech: “Sarà un paradiso o un inferno neurale? Io sono molto ottimista, penso che il futuro dell’umanità decisamente migliorerà”.
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