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Dalla “Merica” per ritrovare |
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Giulia Borgese, Corriere della Sera, 03.04.2003 |
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Oreste ha sette anni quando da kid diventa all'improvviso nu guajòn: Rosaria, la madre che tanto tempo prima era fuggita lontano dal padre violento e dal suo paese del Sud, Ponte Nero, negli anni Sessanta vi fa ritorno con il bambino sperando forse - ora che il padre è morto e il matrimonio americano è finito male - di rappacificarsi con il suo passato. “Mamma quando ce ne andiamo?”, domanda il bambino appena arrivato: “Oreste, stop it!”, è la risposta: “L'Italia è il paese della mamma, you know... Tu un giorno potrai dire: Io conosco le mie origini”. Origini, una parola che non ha mai sentito: perché allora la mamma non è rimasta lì, in quel posto dove tutto gli fa paura, a cominciare dalla nonna con quel suo continuo parlare dei morti, e soprattutto della strega Zà Càrm'na Marì che quando è stata ammazzata da un camion si è trasformata in uno spaventoso gatto rosso che torna a turbare la vita del paese. Anche quella del bambino che viene dalla “Merica”, preso in giro dai coetanei, travolto da sentimenti opposti per la mamma che non resiste ai ricordi e scappa lasciandolo in casa della zia, per la cugina adolescente Meri che canta - e balla - “L'importante è finire” come Mina e si traveste per meglio imitarla, per i primi approcci - subito ambigui - col sesso... La sua estate in Italia è solitudine e vuoto da cui felicemente fuggirà di nuovo, per ritornare nella sua classe di piccoli kids.
Questo Così ti ricordi di me di Nicola Gardini, pubblicato da Giulio Mozzi nella collana “Indicativo presente” della casa editrice milanese Sironi, è un sorprendente e struggente romanzo d'esordio: soprattutto per la serietà e la tenerezza, la profondità e a momenti la crudezza con cui è ritratto il personaggio bambino. Personaggio raro nella letteratura italiana, tanto che ci fa tornare alla memoria il piccolo Useppe della Morante. La lingua del raccontare è semplice: il dialetto e poche espressioni americane si mescolano in un fraseggiare minuto, quello appunto degli abitanti di un paese del Sud attaccato alle tradizioni contadine ma dove già si fa sentire il mondo della televisione, i ragazzi portano i blue jeans e vivono una libertà ancora nascosta e spaventosa. Sognando di fuggire. |
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